Prime scuole dell'infanzia

 PRIME SCUOLE DELL'INFANZIA

Le prime scuole dell'infanzia aprirono in Inghilterra e Francia.

Nel 1816 Robert Owen aprì una classe per i più piccoli nella sua manifattura in Scozia

 Quì si insegnavano i rudimenti del sapere, un pò di storia e geografia,

intervallati da marce ritmate, danze e canti.



Sull’esempio di questa iniziativa, poco dopo furono aperti a Londra i “Westminster free day infant asylum"

le scuole disponevano di un cortile per giochi ed esercizi fisici:

ai bambini più piccoli veniva insegnato l’alfabeto in forma di gioco,

mentre ai più grandi si insegnava a scrivere e calcolare.


Il programma di queste scuole fu raccolto in un manuale da uno dei loro organizzatori di nome Samuel Wilderspin.

Successivamente in tutta Eu si registrò una forte attenzione verso la prima età della vita.



APORTI:         Principale artefice italiano della pedagogia infantile e molto influenzato dal manuale di Wilderspin.

QUANDO? Prima metà del '800


Fu ordinato sacerdote e e si interessò alla pedagogia. Egli era estraneo a qualsiasi forzatura politica.


Nel 1828 aprì a Cremona una scuola infantile per bambini da due anni e mezzo ai sei. 

Nel 1833 fu permesso anche alle bambine di aderire all’insegnamento.

Questo tipo di scuola fu ben presto noto nel resto d’Italia e preso ad esempio per analoghe iniziative.


Elaborò una sua pedagogia nel “Manuale di educazione ed ammaestramento per le scuole infantili”.

Nel 1849 si trasferì a Torino dove assunse importante incarico presso il ministero della Pubblica Istruzione e dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.


Ripose molta speranza nella formazione precoce dei più piccoli. 

Riscontrò molte difficoltà nelle classe elementari, perché era mancata un’adeguata preparazione prescolastica e/o a causa delle cattive abitudini acquisite in famiglia o nelle sale di custodia

                                                                                  ↘

luoghi dove le madri lavoratrici

lasciavano i figli in custodia


La lettura del manuale di Wilderspin gli consentì di creare un’anticipazione della scuola elementare.


SOMIGLIANZE con Wilderspin:

  • Importanza attribuita all’insegnamento religioso posto alla base dell’educazione morale
                                                            ↓
Ciò veniva trasmesso attraverso racconti tratti dalla Bibbia,
stampe e quadri a colori appesi alle pareti dell’aula
  • Valorizzazione del forte spirito imitativo dei bambini e perciò gli venivano presentati modelli esemplari
  • I contenuti dell’apprendimento: alfabeto, lettura e scrittura, calcoli aritmetici
  • l’importanza dell’esercizio fisico nella forma del gioco
DIFFERENZE con Wilderspin:
  • Aporti molto più attento all’impiego appropriato della lingua (va tenuto presente che solitamente i bambini vivevano in ambiente dialettofono, ovvero nel quale le persone si servono abitualmente del dialetto per comunicare tra loro)
  • Previde appositi esercizi per la cognizione degli oggetti usuali e dei loro nomi  disposti sistematicamente 
                                                                                  ↙   
                in modo che, mentre i bambini li apprendono,
                     possano apprendere le loro differenze
                         e somiglianze
  • Insistette sull'importanza della pulizia, della cura del corpo e degli abiti, dell’alimentazione sana
  • Metodo di Aporti non prevedeva punizioni

Nella società odierna questo metodo sarebbe criticato

                                       

                            PERCHÉ?

Anticipava l’insegnamento di alcuni saperi, come leggere o scrivere, alla prima età infantile.


Per non esprimere giudizio avventato, occorre collocarlo nella realtà del primo Ottocento, quando numerosi bambini dopo la frequenza dell’asilo non andavano più a scuola ed erano precocemente avviati i lavori di bottega o di campagna.

Al tempo il metodo guadagnò rapidamente fortuna. Le scuole aportiane si diffusero grazie a esponenti liberali e al clero (che era più sensibile verso l’educazione del popolo).


La sua pedagogia cominciò a declinare alla fine del ‘800, quando giunse in Italia l’esperienza dei Giardini d’infanzia creati da Fröbel.


FRÖBEL:               La sua infanzia ha la qualità di cominciare a presentare 

tratti di notevole modernità

un bambino non più solo da custodire ed alfabetizzare,

 MA al quale si riconosce anche diritto di giocare e di apprendere 

attraverso gioco in un luogo di libera espressione e di crescita

non ancora condizionata dalle regole della vita adulta.


Quando? XIX secolo



Crebbe a stretto contatto con la natura e aderì alle teorie della Naturphilosophie (“filosofia della natura”). 

Secondo questa visione del mondo, l’intera natura è guidata da un’anima

ovvero una forma di intelligenza immanente (=ogni realtà dipende da un’altra) 

che regola sia forma sia evoluzione delle cose. 

Essa si riscontra nelle forme più semplici e meno consapevoli 

del mondo quali le cose materiali,

MA anche nell’espressione del genio letterario ed artistico. 


Credevano in una dottrina panteista (=divino si manifesta in tutte le cose in quanto agisce in esse). 

L’uomo è visto come intimamente legato e parte della natura.


Trascorse un periodo come assistente di Pestalozzi

                                                                         

                                                                             dal quale si ispirò per l’elaborazione della sua pedagogia.


Nel 1817 Fröbel aprì la sua prima scuola a Keilhau, cui fecero seguito altre analoghe iniziative. 

Quì nel 1840 dette al suo istituto il nome di “Kindergarten”, ossia giardino dell’infanzia 

PERCHÉ?

Per rimarcare  la profonda differenza rispetto alle altre scuole infantili del tempo.


Esaltò l’opera educativa della donna e l’amore per i bambini

                                                                sostenuto dalla conoscenza e dal rispetto

                                                                  delle leggi della crescita naturale.

SCOPO dell'educazione: conoscenza della natura nella molteplicità delle sue forme e delle sue configurazioni
L’uomo dovrebbe capirne i modi di essere e giungere a realizzare l’unità
In questo modo, nel suo stesso sviluppo egli segue il corso della Natura
e ne imita le modalità di creazione nei giochi.

L’educazione deve perciò:

  • Configurarsi come sostegno all’autorealizzazione personale
  • Sperimentare senso divino nella realtà della natura

Fröbel rifiuta la teoria della tabula rasa sostenuta da Locke e dai sensisti illuministi

Egli sosteneva che “bambino non è un pezzo di cera o un blocco di argilla che possiamo modellare a nostro piacere”. 

INVECE parla riferendosi all’educazione naturale di Rousseau, dei bambini che crescono come “giovani piante e piccoli animali cui diamo tempo e spazio, nella consapevolezza che bene si sviluppano e bene credono secondo le leggi operanti in ciascuno singolarmente”.

 Su queste premesse, egli basò la sua proposta di educazione infantile nei termini di un “giardino”.


 


-Come considerava il gioco?

Il gioco era concepito da Fröbel come il baricentro dell’educazione infantile. 

Esso è cioè visto come strumento per favorire l’espressione 

in maniera creativa in stretto rapporto con il linguaggio


Su queste basi, si sviluppò l’idea dei “doni” (Geschenke)

                                                                     

giocattoli dotati del potere simbolico di far intuire 

al bambino le leggi che regolano il mondo


I doni furono pensati secondo una logica sequenziale e progressiva:

  • Il primo dono era rappresentato da una palla elastica alla quale venivano associate specifiche attività pratiche intervallate dalla recita di brevi poesie e da semplici canti. 
SCOPO: padroneggiando la palla, il bambino familiarizzava con le proprietà fondamentali dei corpi 
  • Il secondo dono consisteva in una sfera, in un cubo e un cilindro di legno. 
SCOPO: dimostrare al bambino la possibile armonia che governa anche ciò che è apparentemente contrario:

-l’instabilità ed il movimento nella sfera e la stabilità nel cubo si fondono nel cilindro

-superficie piana (cubo) e superficie curva (sfera) si ritrovano nel cilindro

  • Il terzo e quarto dono erano costituiti da oggetti di spessore e lunghezze diverse che si trovavano l’uno dentro all’altro. 
SCOPO: rispondere al bisogno del bambino di manipolare oggetti grandi e piccoli.


Previde anche altre attività educative come il modellaggio della carta, cucito, intrecci di carta

 sono compiti introduttivi al lavoro manuale 

predisposti secondo una progressione corrispondente

agli stadi di sviluppo del bambino.


Fröbel non vide riconosciuti in vita i suoi meriti

                                    

il suo progetto educativo sembrava troppo innovativo e rivoluzionario rispetto alle pratiche prussiane del ‘800 (ancora principalmente custodialistiche e di tipo scolastico)


Soltanto qualche anno dopo, i Kindergarten ebbero successo e si diffusero in tutta Europa e negli Usa 

                                                                               GRAZIE all’iniziativa di una sostenitrice delle idee fröbeliane 

                                                                             di nome Bertha von Marenholtz-Bülow


Le esperienze concrete della sua pedagogia aprirono nuove strade all’educazione infantile.

    

La generazione dei pedagogisti del primo ‘900 si confrontarono, prima di tutto, con le esperienze dei Giardini d’infanzia.



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