Vincenzo Cuoco
VINCENZO CUOCO
La formazione dell’Italia unita dovette fare i sconti con svariate sfide che misero in difficoltà il sistema educativo:
- Popolazioni non capivano significato di “Italia unita" e spesso percepivano l’obbligo scolastico come un’oppressione analoga a quella del servizio militare obbligatorio.
- La vita contadina non sentiva necessità di apprendere tre saperi di base.
- Ceto dirigente liberale sentiva necessità di istituire una società alfabeta, ma temeva che un eccesso di scuola potesse sconvolgere equilibri sociali.
è comprensibile la famosa frase di d’Azeglio
che dice “fatta l’Italia occorre fare gli italiani”.
A tal proposito, Vincenzo Cuoco fu il primo a sottolineare stretto rapporto fra problema nazionale e diffusione della scuola e dell’educazione popolare.
Diresse il periodico “Giornale italiano” a cui affidò una serie di scritti riguardo all’educazione popolare
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posta come la chiave di svolta della futura evoluzione
politica e sociale auspicata dai liberali.
Se non si provvede a creare un sistema educativo aperto all’intero popolo, non ci possono essere:
- ordine sociale
- comunanza di sentimenti civici
Bisogna superare diffuso pregiudizio secondo cui il popolo
è dotato di molti vizi e nessuna virtù e che è nato per servire.
TUTTAVIA Cuoco non pensava a un’unica scuola
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Pensava che una doppia organizzazione scolastica fosse la scelta migliore,
in quanto la mente della popolazione di campagna è diversa da quella cittadina.
I meriti che gli furono attribuiti furono:
- Associare idea nazionale a idea educativa
- Prospettare soluzioni concrete e coerenti con l’esigenza del suo tempo
Fu accusato spesso di “conservatorismo”
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PERCHÉ?
Secondo molti tratteneva il popolo in una posizione subalterna
PERÒ occorre tenere in considerazione il contesto storico con cui viveva
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Tali iniziative al suo tempo erano già rivoluzionarie.
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