Educazione degli adulti

 EDUCAZIONE DEGLI ADULTI

Se si voleva sconfiggere rapidamente ignoranza, 

non bastava far andare a scuola soltanto bambini,

MA anche agire sugli adulti. 



Tra Ottocento e Novecento si moltiplicarono le iniziative per la scolarizzazione degli adulti

Si avviarono varie iniziative tra cui:

  • scuole reggimentali: scuole per soldati. 

                             

Sono state l'iniziativa più significativa per ampiezza dell’utenza e diffusione capillare

  • scuole serali e festive: gestite da stessi maestri che insegnavano di giorno ai bimbi
 
 Queste scuole erano finanziate da comuni e privati, benefattori e filantropi. Coloro che si occupavano di dare avvio a questo tipo di scuole erano i gruppi dirigenti del tempo ed intorno alle scuole per bambini ed adulti si moltiplicarono iniziative “targate” secondo varie posizioni ideali, culturali e religiose dei promotori

liberali, massoni, socialisti, sacerdoti si diedero da fare 

per sostenere e diffondere propri tesi mentre alfabetizzano 

e/o avviavano al lavoro gli italiani.


  • istruzione tecnica: nate dalle esigenze della produzione industriale per avviare Paese al progresso industriale (in particolare, al Nord). 
 
Per poter accedere alle attività produttive non bastava forza fisica, ma anche competenze più avanzate in campo meccanico, elettrico chimico ecc. e di bagaglio alfabetico minimo e queste scuole si occupavano di offrire ciò.


  • istruzione agricola: l’agricoltura era giudicata prima ricchezza italiana

perciò venivano propagandate in questa scuola nuove pratiche di coltivazione

per aumentare rendimenti della terra. 


Per poter avviare questa istruzione, vennero istituite Cattedre ambulanti di agricoltura.


  • società di mutuo soccorso: attive soprattutto fra operai ed artigiani
Esse si costituirono sia con scopi previdenziali (assicurare lavoratori contro infortuni e garantire loro la pensione) sia con scopi rivendicativi simili a quelli esercitati oggi da sindacati.
Puntarono a stimolare nei ceti artigiani ed operai una mentalità fondata su un rapporto stretto fra lavoro manuale e condizioni tecniche e scientifiche. Lo scopo non era solo economico, ma anche istruttivo-politico. I valori additati erano quelli tipici della cultura self-helpista
  • confidare nelle proprie capacità 
  • aspirare a migliorare proprie condizioni di vita
  • potenziare bagaglio di conoscenze personali
  • creare mentalità aperta a novità

Tali istituzioni poggiano su una visione laica dell’esistenza, 

senza che ciò tuttavia comportasse il rifiuto dell’importanza dei valori religiosi. 

PERÓ spesso tali valori non venivano presentati secondo

tradizione cattolica,

ma come un cristianesimo svuotato dai suoi principi

teologici e di cui rimanevano solo forme di solidarietà 

sul piano pratico.


Chiaramente questa connotazione areligiosa o anticlericale di molte iniziative suscitò l’allarme del mondo cattolico e provocò la reazione della Chiesa.

I cattolici proposero anch’essi le proprie iniziative educative e concorsero allo sviluppo dell’alfabetizzazione.


Nonostante ciò, i cattolici NON criticarono la società moderna. 

Invece si sforzarono di intrecciare i cambiamenti prodotti

dalla modernità con tradizioni e valori religiosi

per assicurare alla trasformazione collettiva la stabilità.

Si impegnarono quindi a diffondere idea di “Italia cattolica”.

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